Data aggiornamento: ottobre 2025.
Cosa significa calibrare un sensore? Perché la calibrazione dei sensori è così importante? Come avviene la calibrazione dei sensori nell’industria?
Benvenuto in questa lezione, oggi parliamo di un aspetto molto importante che riguarda le apparecchiature da campo utilizzate nell’automazione industriale e non solo, affrontiamo infatti l’argomento della calibrazione dei sensori.
Avere a disposizione dei sensori calibrati perfettamente ci permette, nell’ambito dell’automazione, di avere una rappresentazione (o immagine) dello stato dell’impianto più vicina possibile alla realtà.
Ecco gli argomenti di questa lezione:
I sensori nell’automazione industriale.
Perché è necessario calibrare i sensori.
Tipi di errore dei sensori: calibrazione dello zero.
Calibrazione del fondo scala dei sensori.
Calibrazione a 5 punti dei sensori.
I sensori nell’automazione industriale.
Quando progettiamo impianti automatizzati con PLC e sistemi di supervisione industriale, ma non solo, anche quando semplicemente utilizziamo uno strumento di misura in laboratorio, gli apparecchi che ci permettono di rilevare e misurare le variabili di processo sono di vitale importanza, questi apparecchi sono i sensori.
Un sensore misura per esempio la temperatura, oppure la pressione, la portata e non solo, oggi abbiamo a disposizione decine di tipi diversi di sensore che misurano variabili fisiche diverse.
Oltre ai sensori, le misurazioni possono a volte essere direttamente di segnali elettrici, per cui non abbiamo dei veri sensori ma dei misuratori.
Tutti questi apparecchi utilizzati per rilevare e misurare, devono essere calibrati, ovvero subire un processo di regolazione che permetta una misura precisa e lineare, lungo tutta la scala di misura (span).
Perché è necessario calibrare i sensori.
Se un sensore non è calibrato, la misura che darà della variabile sarà sbagliata. In certi casi un errore di uno o due punti percentuali può anche essere accettabile, tuttavia molte sono le applicazioni dove l’ordine di errore delle misurazioni non può superare qualche punto di decimo di percentuale, o addirittura dovrà meno dello 0,1%.
Pensiamo per esempio all’industria chimica, o farmaceutica, o ancora biochimica, dove un minimo errore può causare grossi danni, o per lo meno compromettere la produzione.