ECCO IL RESOCONTO DEL CORSO BASE DI PLC
SESSIONE MARZO 2025

Programmatore PLC

Il corso base online di PLC della sessione di marzo 2025 si è concluso domenica 30 marzo, su questa pagina trovi il riepilogo degli argomenti trattati, e alcune domande che sono emerse da parte dei partecipanti, con le relative risposte.

Anche se non hai partecipato al corso, nei prossimi paragrafi potrai trovare sicuramente qualcosa di interessante da apprendere, inoltre se sei interessato dai un’occhiata alla pagina per iscriverti al corso PLC di aprile.

Novità automazione e plc

Corso base di PLC e programmazione in linguaggio ladder.

Date: 15-16 marzo, 29-30 marzo.

Durata totale: 8 ore.

Numero di partecipanti: 4.

Argomenti trattati ed esercitazioni pratiche.

1. Tipi di PLC compatti e differenze tra le varie opzioni (Siemens, Omron, Schneider, ABB); si è poi parlato di Codesys, dato che uno dei partecipanti è impiegato presso un’azienda che utilizza questa soluzione aperta.

In particolare sono emerse delle domande riguardo alla possibilità di reperire apparecchi compatibili con questo sistema, dato che rispetto ad altre tipologie, i plc Codesys risultano meno diffusi.

2. Analizzare il macchinario da automatizzare e dimensionare l’hardware del PLC. Abbiamo imparato come contare in maniera corretta il numero di ingressi e uscite necessario, tenendo anche conto di eventuali ampliamenti futuri dell’applicazione, e della possibilità di trattare gruppi di uscite con istruzioni a word per rendere il software più efficiente.

3. Scelta della rete per il collegamento del PLC alle apparecchiature. Sebbene la semplice applicazione che abbiamo preso come esempio per il corso non necessitava di apparecchi in rete, abbiamo visto come configurare un inverter su rete PROFINET, dato che questa è tra le più utilizzate oggi, e l’inverter è uno di quegli apparecchi che spesso vengono installati anche in impianti di ridotte dimensioni.

Abbiamo discusso anche di soluzioni di sicurezza PROFISAFE e di implementazione classica della sicurezza stessa.

4. Configurazione della memoria del PLC e tipi di dati e dati strutturati. Abbiamo creato strutture ad hoc per i tipi di utenza impiegati nell’applicazione d’esempio (valvole, motori, sonde per valori analogici).

Nelle ore dedicate alla programmazione abbiamo imparato a scalare correttamente ingressi e uscite analogici, e abbiamo creato delle funzioni per eseguire la scalatore in maniera veloce e universale.

5. Costruzione logica in linguaggio ladder, utilizzando le principali funzioni che lo stesso linguaggio mette a disposizione.

Per ottimizzare il programma abbiamo creato alcune funzioni parametrizzate, che hanno migliorato la stesura dello stesso, rendendola più breve, veloce, e meno esposta a errori di scrittura.

6. Simulazione del software e correzioni: durante la simulazione sono emersi alcuni bug (per lo più volutamente lasciati dal docente in fase di stesura delle procedure), per imparare come rintracciare le anomalie e correggerle.

Al termine della simulazione il programma risultava completo e funzionante.

Domande emerse durante le sessioni e sintesi delle risposte.

Durante le 4 sessioni da 2 ore ciascuna, sono emerse parecchie domande alla quale abbiamo risposto cercando di spiegare i concetti in maniera semplice ma completa, eccone alcune di seguito.

1. Come faccio a scegliere il linguaggio di programmazione giusto? Per scegliere il linguaggio di programmazione non esiste una regola fissa, dipende principalmente da tre variabili:

1.1. In che modo siamo abituati a scrivere il software plc. Come sempre, impariamo a fare quello che pratichiamo, e ciò che pratichiamo a lungo ci sembrerà più semplice ed efficace.

1.2. Chi può trovarsi a leggere o modificare il programma. Se dopo di noi qualcuno deve intervenire sul software, è necessario che conosca il linguaggio utilizzato, per questo motivo tutti i partecipanti hanno convenuto che il Ladder risulta essere il linguaggio più “universale”.

1.3. Che tipo di software bisogna scrivere. A seconda del tipo d’applicazione, il linguaggio di testo strutturato ST potrebbe essere più indicato, soprattutto quando si devono elaborare molti dati in maniera omogenea, o ci si deve interfacciare con altri linguaggi di programmazione.

I linguaggio ST risulta anche essere il più trasportabile, dato che è fatto di testo facilmente copiabile da un ambiente di programmazione all’altro.

2. Quando si commenta il software PLC, è meglio commentare indirizzi, simboli e linee di programma, o è sufficiente commentare solo alcuni elementi? La documentazione in linea dei programmi PLC rappresenta una parte importante della stesura del software.

Essa infatti è indispensabile per comprendere cosa il software esegue, soprattutto quando ci si ritorna dopo un po’ di tempo, o quando qualcuno che non conosce il software deve operarci.

Detto questo, commentare troppi elementi non è consigliabile, per questo commentiamo i simboli (o gli indirizzi) utilizzati nelle istruzioni, e utilizziamo il commento della riga di programma per inserire un testo descrittivo della funzione svolta da quella riga.

3. Come scegliere le uscite per il PLC? Meglio statiche oppure a relè? A seconda delle utenze da pilotare scegliamo uscite a relè, se vogliamo che il circuito di pilotaggio delle stesse sia separato da quello del PLC; uscita statiche (stato solido o transistor) se è necessario utilizzare uscite veloci, per esempio per controllare dei motori passo passo.

Nella scelta consideriamo anche che le uscite a stato solido possono pilotare normalmente solo utenze in corrente continua, e che queste uscite non sono soggette a usura come quelle a relè, le quali hanno un ciclo di durata che si identifica mediamente in circa 10 milioni di attivazioni / disattivazioni.

Copyright(C) automazione-plc.it
P. IVA: 11676200964
Sito di informazione e didattica sull'automazione industriale, il mondo dei PLC e dei sistemi di supervisione.
Programmazione PLC.
Programmazione SCADA e HMI.
Apparecchiature e hardware industriale.
Strumentazione da campo.
Policy sulla Privacy e utilizzo dei Cookies