SCOPRIAMO L'INDUSTRIA 5.0

Industria 5.0

Che cosa significa Industria 5.0? In cosa differisce dall’ultima rivoluzione industriale chiamata 4.0, e cosa comporterà per le realtà produttive?

Benvenuto su questo sito, in questo articolo scopriamo cosa si intende per Industria 5.0, e cosa il suo arriva comporta e comporterà per le realtà produttive industriali presenti oggi, e per quelle future.

Novità automazione e plc

Evoluzione dell’industria, dal 1780 a oggi.

Chi si occupa d’automazione industriale, così come tutti quelli che lavorano nelle realtà produttive, o le gestiscono, negli ultimi anni si sono ritrovati a dover fare i conti con un’evoluzione dell’industria sempre più rapida; per capire di cosa stiamo parlando basta osservare l’immagine quì sotto.

Evoluzione dell'industria nel corso dei decenni

A partire dalla meccanizzazione avvenuta intorno al fine del 1700, sono passati quasi cento anni prima di vedere una nuova vera e propria rivoluzione, ovvero a fine 1800. Quello fu davvero un gran passo in avanti, reso possibile grazie all’elettricità, la quale ha permesso di cominciare a produrre sfruttando un’energia differente rispetto a quella prodotta dalla forza dell’essere umano e degli animali.

Ancora una volta, passarono altri cento anni prima di arrivare all’automazione, con l’avvento di quella che possiamo definire industria 3.0, questa ha visto l’introduzione di macchine e dei primi robots per svolgere compiti che erano sempre stati svolti dall’uomo.

Dopo quella rivoluzione c’è stata una rapida ascesa della tecnologia, infatti l’industria 4.0 è arrivata solamente quarant’anni dopo, portando con se la digitalizzazione, e il concepimento della fabbrica integrata, come vediamo nella figura che segue.

Le aree dell'industria 4.0 con l'integrazione

L’industria 4.0 è quasi totalmente incentrata sul migliorare la produttività, e per far questo ha introdotto il concetto di integrazione orizzontale e verticale, dove ogni area delle realtà di produzione e di gestione devono essere integrate.

L’industria 5.0, una rapida evoluzione del modo di lavorare.

Cosa succede con l’industria 5.0? Prima di scoprirlo, non possiamo non notare, sempre osservando la prima immagine, che dall’avvento dell’industria 4.0 alla nuova rivoluzione 5.0 sono passati solamente 9 anni; lo ripetiamo, solo nove anni.

Questo strettissimo lasso di tempo ci fa capire quando davvero le cose nel nostro mondo stiano cambiando, cosa significa? Vuol dire forse che tra qualche anno avremo un’industria 6.0? No, significa che ci si sta rendendo conto di qualcosa di importante, ovvero che è ora di mettere al centro di tutto l’uomo e l’ambiente in cui viviamo.

I pilastri alla base dell’industria 5.0

L’industria 5.0 si chiama anche industria “green”, e la cosa non ci sorprende, dato che ormai da qualche anno questo “green” ce lo ritroviamo praticamente dappertutto. Quali sono i pilastri su cui si fonda questa nuova concezione di produttività? Li troviamo nella prossima figura.

I 3 pilastri su cui si fonda l'industria 5.0: sostenibilità, uomo al centro e resilienza
Come vediamo nell’immagine sopra, l’industria 5.0 si basa su tre aspetti fondamentali; la sostenibilità, la resilienza e l’essere umano al centro.
Sostenibilità è un termine ormai inflazionato, mentre “resilienza” lo utilizziamo dai tempi della pandemia, e guarda caso abbiamo oggi anche il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza).
La novità di questa nuova industria forse è quel “mettere l’uomo al centro”, che vedremo tra poco poi tradursi in qualcosa che non è detto che metta davvero al centro l’uomo; infatti in questa nuova industria si parla molto di Robots collaborativi, ovvero robots che dovrebbero aiutare l’uomo nel suo lavoro.

Vediamo ora come si concretizzano (almeno sulla carta) queste aree di intervento dell’industria 5.0, prima però scopriamo cosa prevedono le leggi per quanto riguarda i finanziamenti e le agevolazioni che questa nuova industria porta per le aziende.

Le agevolazioni fiscali e i finanziamenti dell’industria 5.0

Il PNRR vede pianificati poco più di 6 miliardi di euro, ripartiti in circa la metà per l’efficienza energetica, un paio di miliardi scarsi per la produzione propria di energia e l’autoconsumo, e una piccola parte per la formazione del personale.
Per quanto riguarda la fetta più consistente sul risparmio energetico, si concretizza per l’acquisto di quei beni materiali o immateriali già previsti per l’industria 4.0.

Nel momento in cui scrivo questo articolo ci troviamo solamente nella fase iniziale, per cui per avere dettagli aggiornati sulle agevolazioni e sulle norme che regolano l’erogazione di incentivi e crediti di imposta, le aziende dovranno informarsi al momento giusto; noi per ora proseguiamo con la parte più tecnica di questa rivoluzione.
Agevolazioni fiscali e soldi
Industria 5.0 e sostenibilità.

Cosa significa sostenibilità? Basta pensarci un attimo, quando si fa qualcosa per un lasso di tempo protratto, se quella cosa non è sostenibile, prima o poi il sistema va in crash. La rottura può avvenire in tanti modi, nel caso dell’industria potrebbero terminare le risorse energetiche a disposizione, oppure potrebbero esserci ancora le risorse ma l’inquinamento potrebbe arrivare a livelli stratosferici e impedire di continuare a produrre in quel modo; ecco che si parla di sostenibilità: poter sostenere qualcosa mantenendo l’equilibrio dell’ecosistema.
Dalla voce “sostenibilità” scaturisce direttamente la parola “green”.

Come si attua l’industria sostenibile? Risparmiando risorse, minimizzando lo spreco, ottimizzando i processi. Da questo punto di vista credo poche aziende non tendano già oggi a risparmiare risorse e ottimizzare processi, dato che questi da sempre incidono sul guadagno della stessa, per cui l’industria 5.0 in questo senso non fa altro che ribadire il concetto.

L’ottimizzare i processi si ottiene installando macchinari moderni e più performanti, e formando il personale per lavorare meglio; per quanto riguarda lo spreco inteso come scarti di produzione si può anche agire sul riciclo, una parte riguarda anche la formazione del personale.
Industria green e sostenibilità
Industria 5.0 e resilienza.
Veniamo ora alla parola resilienza, termine assimilabile in questo caso a “resistenza”. La nuova industria deve essere in grado di lavorare sempre, e di resistere anche a repentini cambiamenti e crisi.
L’organizzazione delle aziende deve essere robusta e flessibile, oltre che in grado di prevedere e anticipare i cambiamenti di cui sopra.
La resilienza si ottiene creando processi produttivi lineari e semplici da gestire e modificare, significa liberarsi di situazioni “incatenanti” ed essere pronti al cambiamento.

Resilienza


Industria 5.0 e l’uomo al centro.

Questa è la parte più interessante dell’industria 5.0, il fatto di mettere l’essere umano e il suo benessere al centro.

Si parla molto di robots collaborativi, i quali aiuteranno l’uomo nei suoi compiti, per esempio nel sollevare pesi e nell’eseguire azioni ripetitive, o svolgere compiti in ambienti non troppo sicuri.

Questa cosa è già qualche anno che avviene nelle fabbriche, per cui l’innovazione da questo punto di vista riguarderà più la tecnologia, che vedrà scendere in campo robots più intelligenti, e guidati dall’intelligenza artificiale.

L’AI sta ormai entrando a far parte del nostro vivere quotidiano, e ci si aspetta che anche nelle fabbriche ricopra un ruolo sempre più evidente.

Come si mette l’uomo al centro della fabbrica? In questo caso si parla di formazione, e di miglioramento delle condizioni lavorative; a questo proposito potremmo anche pensare che sono cose già sentite da tempo, per cui staremo a vedere cosa davvero accadrà.

L’obbiettivo è quello di rendere il lavoro più semplice e sicuro, con l’aiuto dei robots; chissà se questo diminuirà la professionalità dei lavoratori.

Da sempre si dice che con l’innovazione nascono nuove figure professionali, bisogna però vedere se le persone riusciranno ad adattarsi velocemente al nuovo modo di lavorare.

L'uomo al centro dell'industria 5.0

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